Selenio

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Il selenio (Se), è un oligoelemento che nell’organismo umano è fondamentale per il funzionamento di molti processi vitali. Il Selenio inorganico è presente in natura in quattro stati di ossidazione, queste forme sono convertite da tutti i sistemi biologici in forme organiche maggiormente biodisponibili.    Per l’uomo la principale fonte di selenio è l’alimentazione.Negli alimenti il Selenio è presente sia in forma inorganica (come selenite), che in forme organiche (come seleniometionina e seleniocisteina), assorbite più rapidamente e trattenute più a lungo dai tessuti.La presenza si selenio è vitale in quanto questo elemento possiede funzioni di tipo difensivo e regolatorio nel nostro organismo.Il selenio, infatti, è fondamentale per il funzionamento delle seleno-proteine, che, senza questo elemento, non sono in grado di funzionare correttamente.

Esistono almeno trenta seleno-proteine, tra le più importanti vi sono la glutatione-perossidasi, un enzima con azione antiossidante coinvolto nei processi di morte cellulare per apoptosi, ma anche in grado di modulare la sintesi della tireoglobulina (TG) e degli ormoni tiroidei (T4, T3), la iodiotironina deiodinasi, necessaria a determinare l’attivazione, o l’inattivazione, degli ormoni tiroidei a livello dei diversi organi, e la tioredoxina reduttasi che ha un’azione ossido-riduttiva e quindi protegge dallo stress ossidativo.

I principali enzimi legati al selenio per il loro funzionamento svolgono la loro azione nel metabolismo tiroideo.Una conferma dello stretto legame fra tiroide e selenio viene dalla tireoperossidasi (TPO), l’enzima chiave per la sintesi della tireoglobulina e degli ormoni tiroidei. Le reazioni in cui interviene la TPO generano radicali liberi che sarebbero altamente dannosi per l’organismo e la tiroide senza un adeguato sistema di protezione, che è rappresentato proprio da una seleno-proteina, la glutatione-perossidasi. Quando nell’organismo si hanno bassi livelli ematici di selenio si genera un aumento dello stress ossidativo con conseguente danno a livello del tessuto tiroideo, riduzione della produzione degli ormoni tiroidei e successivo ipotiroidismo.

Sembra quindi probabile, che una carenza di selenio possa contribuire ad innescare e mantenere una tiroidite autoimmune in pazienti predisposti allo sviluppo della malattia. La supplementazione di selenio potrebbe avere un grande impatto dato che la tiroidite cronica autoimmune una tra le patologie endocrine più frequenti, interessando circa il 10% della popolazione femminile ed il 2% di quella maschile.

La tiroidite autoimmune è in progressivo aumento e rappresenta la causa più frequente di ipotiroidismo (50-80% dei casi), per questo motivo sono stati effettuati diversi studi scientifici per valutare gli effetti della somministrazione di selenio, da solo o associato all’ormone tiroideo (levotiroxina), in diverse disfunzioni tiroidee come: la tiroidite cronica autoimmune, l’ipotiroidismo subclinico, l’ipotiroidismo franco, il morbo di Basedow e le tireopatie in gravidanza. In generale molti di questi studi dimostrano che nelle tiroiditi autoimmuni la somministrazione di selenio può determinare un significativo calo del titolo anticorpale (anticorpi anti TPO) ed una stabilizzazione del quadro ecografico.

Da questi studi preliminari emerge che è probabile che la supplementazione di dosi fisiologiche di selenio possa prevenire il peggioramento della funzione della ghiandola soprattutto nelle tiroiditi autoimmuni. Questi risultati sono spiegabili anche pensando ad un’azione regolatoria diretta del selenio sul sistema immunitario.

In conclusione sembra che la carenza di selenio possa avere un impatto cruciale, soprattutto nel caso di attivazione del sistema immunitario e quando la produzione di ormoni tiroidei è ridotta, come nella tiroidite cronica.

Anche se ulteriori approfondimenti sono ancora necessari, sembra evidente come il selenio sia coinvolto nel buon funzionamento della tiroide. Teoricamente per la difesa della ghiandola, ed il mantenimento di un’efficiente sintesi ormonale basterebbe una normale alimentazione, ma negli ultimi anni, nella popolazione europea si è evidenziata una riduzione dell’introito di selenio a causa del fatto che gli alimenti ne sono sempre meno ricchi, determinando una carenza di selenio con percentuali di deficit variabile nei vari paesi. Se si associa questa carenza al fatto che oltre il 50% dell’elemento ingerito è eliminato con le urine, si comprende come per garantire una quota giornaliera adeguata si deve necessariamente ricorrere all’uso di integratori.

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